COMMENTO ALLO STANDARD DEL BOBTAIL
Old English Sheepdog
Antico cane da pastore inglese
Associazione specializzata Enci "Bobtail Italia"
Aspetto generale
I tratti salienti del Bobtail indicanti la tipicità fondamentale
soprattutto si manifestano nella geometria della composizione somatica.
Il Bobtail, infatti, esalta il proprio tipo entro una geometria somatica
retta. La prevalente linearità in cui rientra la figura del Bobtail
è basilare nella determinazione della geometria complessivamente
conclusiva dell'aspetto generale, in quanto è tanto efficace nella
formulazione di un composto somatico inoltre notevolmente influenzato
dal mantello. La morfologia racchiusa nella copertura del mantello, come
si nota, ne è esternamente condizionata. L'esaltazione della tipicità
del Bobtail, ovviamente, avviene quando l'anatomia sottostante si giova
della corretta presenza del pelo, cioè non talmente sovrastante,
al punto che si può già intuirla con facilità ancor
prima di scoprirla al tatto. La disposizione del mantello, pertanto, segue
la strutturazione anatomica aumentandone la dimensione estrema, ma senza
modificarne vistosamente il contenuto. Il mantello che contorna correttamente
l'anatomia, d'altronde, fa rilevare sovrastanti le linearità della
geometria sottostante. L'aspetto generale del Bobtail, dunque, geometricamente,
con parimenti fondamenta nella tipicità, si presenta quadrato e
volumetrico. Una composizione geometrica del genere riempie dappertutto
la figura, sia vista bidimensionale, sia vista tridimensionale. Il Bobtail,
per questo, diventa completamente uniforme, tanto nell'insieme, quanto
nei singoli blocchi strutturali. L'insieme, difatti, è uniformato
dalla molteplice composizione altrettanto uniforme del blocco anteriore
(testa, collo, arti toracici e parte pettorale del torace), nonché
del blocco centrale (tratto del tronco sospeso tra gli arti) e del blocco
posteriore (groppa ed arti pelvici). La geometria meglio ravvisabile,
tuttavia, è applicata a due componenti di pari valore morfologico:
ovviamente testa e costruzione. La geometria della testa si conforma alle
medesime linearità composte nella costruzione, allo scopo di equilibrare
le quadrature e le volumetrie dell'insieme, che sono identificabili proprio
nell'aspetto generale della figura somatica complessivamente conclusiva.
La visione dell'insieme del Bobtail, dunque, evidenzia una duplice componentistica
quale immediata constatazione della tipicità. Appena osservato
il Bobtail, difatti, istantaneamente si nota la geometria somatica e la
copertura (del mantello). La componente geometrica si distingue in base
alle due grandi regioni somatiche dell'aspetto generale e alla posizione
di veduta. Nella costruzione, la quadratura si presenta soltanto vista
di lato, mentre la volumetria risalta maggiormente se vista da altri punti
di osservazione più particolareggiati (quello fronto-laterale e
quello retro-laterale). La testa consente le medesime constatazioni geometriche
della costruzione nelle stesse posizioni; altresì offre ancora
possibili vedute (frontale, posteriore e superiore), con parimenti formulazione
di quadrature. Il sistema geometrico del Bobtail, tra le varie posizioni
di veduta, con un determinante processo di configurazione partecipativa
alla duplice componentistica della tipicità, differisce se visto
superiormente: mentre la testa persiste quadrata, come nelle altre posizioni
di veduta, viceversa la costruzione acquisisce una forma più artistica
che geometrica. La forma della costruzione del Bobtail vista di sopra
non per nulla è identificata nelle fattezze similari alla pera
(questo frutto, infatti, assume sembianze di derivazione artistica, piuttosto
che da un disegno geometrico). La geometralizzazione del Bobtail, ovviamente,
comprende il mantello. Questo componente intrinseco, però, rientra
nella determinazione delle quadrature e delle volumetrie differentemente
tra la testa e la costruzione. La differenza in questione consiste nella
partecipazione del mantello alla fornitura delle linearità mediante
l'ostensione della copertura, che estende virtualmente il substrato anatomico
della testa, mentre per la costruzione quanto fornito verso gli stessi
termini non è contemplato con altrettanta globalità. Significa
che quadrati e volumi della testa, pur abbastanza realistici nella relativa
morfologia, ai fini della rilevazione conclusiva si riferiscono a punti
di repere forniti in via esclusiva dal mantello, per cui è l'influenza
della copertura a determinare definitivamente la figura cefalica esteriore.
Lo stesso non avviene nella costruzione, dato che i punti di repere biometrici
permangono quelli anatomici, per cui il mantello non delimita la quadratura,
anche se interviene nella volumetria. Quadrati e volumi anatomici coperti
dal mantello corretto, tuttavia, delineano delle situazioni geometriche,
come detto, abbastanza corrispondenti nella medesima similitudine tra
l'involucro e il contenuto ricoperto. La figura dell'insieme, quindi,
è esaltata dal mantello quando corrisponde a modellare il substrato
anatomico, replicando esternamente il contenuto della copertura. L'influenza
del mantello, perciò, confeziona validamente la tipicità
grazie alla coincidenza con la morfologia.
Taglia
La sagomatura del Bobtail mai è dipesa del tutto dall'altezza al
garrese. Alcun riscontro sullo sviluppo verticale è stato sottolineato,
per cui mai lo si è anteposto ad altri fattori, altresì
ritenuti della più grande importanza. La tipicità, la simmetria
e il carattere, perfino secondo lo standard, anzi per quanto riportato
proprio nel testo ufficiale delle caratteristiche etniche, non vanno sacrificati
alla sola taglia. Entrando nella grande importanza dei tre fattori indicati
dallo standard non può sfuggire che, a parte il carattere, momentaneamente
fuori da un discorso del genere, la simmetria, più che rappresentare
un fattore autonomo, è una caratteristica compresa nella tipicità,
perciò, come tale, quando va ricercata, risiede in sede di standard.
Errore imperdonabile, pertanto, è il sacrificio dei summenzionati
fattori più importanti della taglia. Non servirebbe approfondire
l'argomento se la questione, invece, affatto è superficiale, come
ci si porta a credere. L'essenza stessa della razza, fondata su codesti
fattori di grande importanza, sovraccaricandone il valore rispetto alla
taglia che, nei limiti, va sempre bene, però, ha ottenuto una sminuita
contrapposizione di meriti, via vai sottintesi nel corso delle revisioni
dello standard, pur non apertamente sottolineati, quasi a non voler confondere
quanto va confermato. Resta indubbio, difatti, che la tipicità
sancita dai fattori indipendenti dalla taglia conserva l'essenza della
razza, specie nel Bobtail, dove l'altezza al garrese non ha storicamente
influito sulla mansione di cane da pastore (lavoravano parimenti, funzionando
isolatamente nel proprio contesto ambientale, rispettivamente in altitudine
ed in pianura, Bobtail molto piccoli e Bobtail molto grandi). Lo standard
non insistendo sulla penalizzazione dell'altezza comporta che un maschio
di 60 cm e una femmina di 55 cm, invece, siano penalizzati soltanto se
non dotati di tipicità, simmetria e carattere. Un Bobtail opportunamente
prezioso per i tre fattori dall'importanza più grande della taglia,
infatti, pur al di sotto del limite minimo, piuttosto che penalizzato
di per sé, perde valore solo se messo a confronto con un soggetto
altrettanto dotato e più alto. La tipicità, la simmetria
e il carattere, difatti, se non vanno sacrificati alla sola taglia, equivalgono
nell'applicazione, tanto per le altezze maggiori, quanto per quelle minori.
Si sa, inoltre, come le taglie inferiori siano avvantaggiate nel presentare
almeno uno di questi tre fattori (la simmetria), per cui sotto tale punto
di vista sono favorite rispetto alle taglie superiori. Nessun dubbio,
invece, a parità di percentuale in dotazione di tutti i tre fattori
di grande importanza, tra un Bobtail al di sotto dell'altezza minima ed
uno ben più alto, in tal caso quest'ultimo alquanto avvantaggiato,
poiché l'effetto della tipicità è meglio evidente
nei particolari, la simmetria è meglio composta tra le regioni
somatiche e il carattere è garante della mancanza di apatia. Resta
comunque, quale ultima analisi, la constatazione che la digressione anche
dal punto dell'altezza minima è da considerare difetto e, come
per tutti gli altri difetti, cui lo standard, alla pari di ogni altro
standard di qualsivoglia razza, applica codesta forma di valutazione,
la gravità è direttamente proporzionale al grado di deviazione.
Ciò comporta che la presenza dei tre fattori di grande importanza
riduce la gravità dell'altezza difettosa, per cui perfino la penalizzazione
neppure si applica. Il concetto della taglia, però, non dipende
soltanto dall'altezza al garrese, in quanto nel Bobtail, in fin dei conti,
ciò che più interessa è la dimensione, che è
conformata dalla mole, alla quale partecipa il peso. L'aspetto ponderale,
tuttavia, assume più un apporto accessorio che un dato intrigante
di conformazione. La partecipazione del peso nel definire la mole, infatti,
si addossa all'altezza al garrese e alle altre misure biometriche riempiendole
di conseguenza.
Tipicità - Simmetria - Carattere
I tre fattori di grande importanza, dunque, come già detto, fanno
sì che, nei limiti, la taglia va sempre bene. Il carattere quale
uno dei tre fattori della più grande importanza, peraltro, serve
proprio a limitare che la taglia raggiunga una mole apatica, che è
ripercuotibile sulla passività funzionale. Un Bobtail passivo non
potendo manifestarsi in funzionalità dinamica perde in tipicità.
Non del tutto estraneo al tipo, ebbene, è il carattere sotto questo
punto di vista, pur restandone al di fuori, poiché il riscontro
morfologico del caso si manifesta solo tramite una derivazione, per quanto
sia correlata. Diverso, invece, è il riscontro della simmetria
entro il tipo. Molto meno del carattere, difatti, la simmetria si dimostra
autonoma, date le circostanze con cui rientra nella tipicità, in
virtù di derivare dalle parti fisiche unite tra loro. Difficile,
indubbiamente, risulta far passare l'aspetto simmetrico dal di fuori del
tipo, visto che il connubio tra le parti somatiche rappresenta la serie
più eloquente degli elementi biometrici interdipendenti. Il dato
di fatto, però, è che la composizione tra le parti somatiche
del Bobtail risulta tipica se, al contrario di quanto si richiede letteralmente
in merito, è asimmetrica, poiché l'aspetto tridimensionale
della razza fa sfoggio sulla difformità volumetrica della costruzione
in modo alquanto evidente tra l'anteriore e il posteriore. La simmetria
del Bobtail, quindi, consiste nelle proporzioni in percentuale intercorrenti
tra le differenti parti somatiche. Avere una composizione morfologica
asimmetrica tale da proporzionare in percentuale il complesso architettonico,
fino a manifestarlo virtualmente simmetrico, è l'impresa tra le
più ardite e ricercate nell'allevamento del Bobtail. La simmetria
in questa razza, infatti, si ottiene quando l'assetto strutturale presenta
un assieme privo dei dislivelli, al contrario insiti solo in una costruzione
difettosa. Un aspetto asimmetrico come quello del Bobtail, altresì,
è correttamente unito proprio grazie alle proporzioni pian piano
degradanti in percentuale, in modo da formare una sagomatura ben delineata,
per cui, dalle virtù intrinseche, acquista una simmetria particolareggiata
negli effetti somatici di confronto fra le diverse regioni morfologiche.
Il discorso sulla tipicità, infine, non può dirsi del tutto
completato senza constatare che è proprio la simmetria composta
dall'assieme asimmetrico a rendere spettacolare la sagomatura del Bobtail.
Il tipo del Bobtail, conseguentemente, dipende da un complicato sistema
biometrico, dove le sagomate differenze geometriche offrono un assieme
scenografico tanto più tipico, quanto più l'effetto asimmetrico,
pur ben evidente, diventa completamente simmetrico nell'effetto visivo.
La scenografia statuaria, nel caso del Bobtail, perciò, nonostante
sia spettacolare da confonderla fine a sé stessa, racchiude la
serie degli elementi basilari della tipicità offerti nella definitiva
sagomatura implicata ad evidenziare esternamente il substrato anatomico
funzionale.
Testa
Affatto è allungata e pur dimostra di essere corta. La testa del
Bobtail, difatti, altro non è che grande e voluminosa. Non si tratta
per niente di una testa allungata, perché il rapporto del 40 %
con l'altezza al garrese, casomai, la implica cinognosticamente di normale
lunghezza. Lunga non lo è neppure per tipologia, dato che, essendo
mesocefala, si presenta mediamente proporzionata tra il diametro longitudinale
e quello trasversale. Nemmeno dimostra di essere corta, poiché
la mesocefalia, essendo la tipologia biometricamente meglio equilibrata,
in quanto intermedia, non induce ad un effetto del genere, così
come non induce all'effetto opposto. La possibilità del muso più
corto rispetto al cranio fa perdere la massima propensione alla testa
grande, ma ci guadagna l'aspetto volumetrico ancora meglio proporzionato
nella figura geometrica, in fondo senza rimetterci molto in dimensione.
La testa più corta, anche se per via del muso inferiore al cranio,
difatti, ottiene il diametro longitudinale, seppur appena, più
prossimo a quello trasversale, per cui la figura geometrica dell'intera
regione cefalica si presenta meglio cubica, soprattutto nello strato esterno
confezionato dal pelo di copertura, ma pure nel substrato anatomico, dove
l'assetto craniometrico risulta più compatto. L'assieme della testa
grande e voluminosa, ovviamente, non può oltrepassare il rapporto
biometrico mesocefalo, altrimenti il tutto si altera. La tipologia mesocefala,
difatti, garantisce le giuste proporzioni, affinché la testa del
Bobtail sia grande e voluminosa nella dovuta dimensione. Se allarga troppo,
difatti, pur ingrandendo di più ed aumentando di volume, si sproporziona,
elargendo una figura cubica impari. La tipicità perderebbe l'effetto
tridimensionale propizio e la funzionalità ne risentirebbe nella
dosatura dell'equilibrio.
Muso
La lunghezza della regione facciale, dunque, partecipa ai principi della
tipicità e della funzionalità. Quale sia il limite di raccorciamento
del muso è presto detto. Stante la moderna cinognostica che, al
contrario di quella classica, non fissa più la mesocefalia al centro
esatto delle variazioni (l'indice cefalico totale era identificato solamente
nel numero di 50, corrispondente alla testa larga la metà della
propria lunghezza totale, per cui con cranio e muso perfettamente uguali),
ma ha ricavato un'escursione, scientificamente convalidata dalla tipologia
pressoché immutabile, variante da 46 a 55, ecco che esiste un margine
entro il quale la testa persiste tipica. Il raccorciamento del muso, quindi,
dispone di spazio in più (sarebbe meglio dire: in meno), prima
della trasformazione in vero e proprio ipertipo. La tipicità, oltretutto,
resta inalterata dalla dimensione complessiva della testa pur sempre grande
e voluminosa più che a sufficienza. Il limite del muso corto, d'altronde,
è sentenziato da quella configurazione geometrica dell'intera testa
che ne fa recepire una forma ancora più o meno entro un quadrato.
L'accettazione del muso limitatamente corto, tra l'altro, dipende prevalentemente
da quel pizzico di tipicità accentuata, concessa dalla testa risultante
più compatta, che tanto dona all'effetto quadrato e cubico, grazie
al rapporto rivolto ad evidenziare un poco di più la larghezza
e un poco di meno la lunghezza.
Tartufo
Rappresenta un segmento somatico che nel Bobtail assume talmente tanta
importanza, al punto da meritare la massima attenzione. Il tartufo, difatti,
si presenta indispensabile a formulare le caratteristiche di tipicità
e di funzionalità, con un bagaglio di pregi etnici mai così
necessari in altre razze. Stante l'importanza rivestita, ecco che questo
segmento facciale non può essere recepito come un accessorio, bensì
dona un apporto tipico e funzionale alquanto significativo, ponendosi
come la spia della correttezza del muso e, conseguentemente, dell'intera
testa. Si tratta, peraltro, dell'unico punto morfologico della testa completamente
visibile, nonostante il mantello. Lungi dal considerare irrilevante il
tartufo nel Bobtail, dunque, si afferma che, voluminoso e quadrato, garantisce
la tipicità fatta salva dalla corrispondente quadratura e sostanza
del muso, nonché dalla voluminosità dell'intera testa. Ospitato
in un siffatto contesto geometrico ed anatomico, il tartufo largo, grande
e grosso manifesta la canna nasale altrettanto sviluppata. La funzionalità
respiratoria, pertanto, si presta sempre efficiente, pure nel muso più
corto del cranio, quando il sistema aerobico del Bobtail, perdendo un
poco di spazio longitudinale della regione facciale, può usufruire
della canna nasale sviluppata anche negli altri due diametri tridimensionali,
quanto il tartufo tipicamente ampio ed imponente.
Dentatura
La tipicità non va posticipata a nessun problema di dentatura (come
a nessun'altro problema di sorta, se non incide direttamente sul tipo
stesso e, quindi, sulla funzionalità, intesa in salute e benessere,
ma neanche a nessun pregio di caratteristiche cosmetiche o simili), ovviamente
tranne nei casi più gravi (enognatismo, in ogni caso; prognatismo
accentuato, tale da deturpare l'aspetto esteriore del muso, anche perché
modifica una considerevole parte del tipo; assenza di un numero eccessivo
di denti, ma da valutarsi in rapporto al valore tipico del singolo soggetto
e alla diffusione nella popolazione, a discrezione del giudice). La dentatura,
pertanto, non può incidere più di tanto sul fattore positivo
di una testa tipica nell'assieme.
Cranio
Mai alcun dubbio ha pervaso la conoscenza tecnica che la regione cranica
del Bobtail assurge tipica e funzionale se ampia. Quale sia l'ampiezza
adeguata dipende dalla tipicità connessa alla forma quadrata. Il
cranio piuttosto quadrato del Bobtail altro non è che quadrato
e basta, perché può essere solo tanto largo quanto lungo.
Piuttosto quadrato, tutt'al più, si può intendere che sia
piuttosto largo quanto piuttosto lungo, stando a significare la tipica
dimensione ragguardevole. Ciò che conta, però, è
la configurazione geometrica predisposta a renderlo cubico sotto l'aspetto
tridimensionale. Il punto cruciale del cranio ampio verte sullo strato
anatomico presenziato dall'ossatura, piuttosto che dalla muscolatura.
Quando è l'ossatura ad occupare prevalentemente la forma quadrata
ecco che il cranio è garantito ampio più che a sufficienza.
La tipicità della regione cranica nei pressi della fronte ottiene
lo stop ben definito. Significa che la depressione naso-frontale è
marcata e soltanto così consente di adeguare la porzione orale
del cranio a quella aborale, donando l'asse craniale parallelo all'asse
facciale. Quanto il salto naso-frontale debba marcarsi è dipendente
dalla distanza assunta tra un asse e l'altro, agli effetti del maggior
equilibrio somatico tra le due sottoregioni della testa. La distanza degli
assi cranio-facciali favorisce la tipicità quando la fronte si
sopraeleva, rispetto al profilo superiore del muso, in misura tale da
parificare alla piattaforma sovrastante della scatola cerebrale anche
le facce delle sue pareti laterali, altrettanto quadrate, affinché
la regione cranica acquisti la forma cubica. Proprio il cubo cranico sentenzia
lo stop ben definito e la distanza degli assi, in quanto, pressappoco
raddoppiando il volume facciale, raggiunge una sopraelevazione della fronte
piuttosto evidente.
Occhi
L'incidenza del fattore oculare nel tipo del Bobtail ha una percentuale
relativamente ridotta, perché il mantello, dal ben più notevole
impatto tipologico, ne attenua la presenza. Si verifica, pertanto, che
eventuali pregi degli occhi, nell'assieme della testa presentata esternamente,
di primo acchito neppure dimostrano quanto e se valgono. Non sono, difatti,
quel valore aggiunto immediatamente recepito, ad esempio come si dimostra
il tartufo. Questo, senz'altro, è un motivo in più per eludere
le loro caratteristiche, ma ingiustificato, perlomeno secondo quanto comportano
nella composizione morfologica dell'intera testa. Lo standard, appunto,
anche se non del tutto a torto, ha giocato sulla secondaria importanza
rivestita dagli occhi di primo acchito per omettere tutte le loro caratteristiche,
tranne il colore dell'iride, finché dalla penultima edizione ha
aggiunto un particolare che, comunque, per quanto elementare, offre quel
minimo necessario a convergere su quanto già l'architettura craniometrica
lascia intendere. Gli occhi disposti ben distanziati, difatti, dipendono
dalla grande dimensione della testa. Connessi alla craniometria mesocefala,
però, non si dividono troppo, in quanto il cranio non raggiunge
una larghezza tale da situarli trasversalmente distanti. Quanto siano
distanti, ad un certo punto, non interessa molto, poiché serve
soltanto la loro corrispondenza alla dimensione della testa. L'importante
è che gli occhi, per gli elementi forniti nell'ambito della testa
voluminosa, siano grandi. Non si può, indubbiamente, prescindere
dal fatto che la testa grande abbia gli occhi corrispondenti se ben aperti.
Orecchie
I padiglioni auricolari piccoli rientrano nella dimensione craniometrica
senza modificare la tipica geometria della testa. Essendo ridotte, infatti,
le orecchie tendono a scomparire tra il pelo del cranio, in modo che la
compattezza della testa non subisce modificanti ed inutili aggiunte superflue.
La profusa distribuzione del pelo, peraltro, frammischia quello sulle
orecchie a quello abbondante sul cranio. Ciò ne comporta la scomparsa
facilitata. Il portamento appiattito ai lati della testa serve proprio
a non allargare l'immagine esterna del cranio. L'inserzione pressappoco
a livello dell'occhio fa altrettanto per la sommità. La testa,
quindi, mantiene la tipicità delle dimensioni geometriche indipendente
dalle orecchie. La lunghezza tipica si rivela non tanto misurandola, piuttosto
se non altera l'immagine compatta della testa e se non si sposta troppo
durante il movimento. Possono essere un poco più lunghe, pertanto,
se rispondono ai requisiti anzidetti mediante una cartilagine rigida.
Le orecchie, in pratica, quando correttamente presenti, non offrono e
non detraggono nulla. Rivelandosi contrarie possono incidere solo maldestramente.
Soltanto i padiglioni troppo lunghi, difatti, si fanno notare negativamente,
giacché quelli troppo corti non presentano controindicazioni di
sorta.
Collo
La testa pesante del Bobtail, già da fermo, richiede il collo forte
per sorreggerla stabilmente nella giusta posizione. Il collo forte è
ancor più funzionale durante il movimento, appunto perché,
con la testa pesante sottoposta al basculamento, si aggravano ulteriormente
le condizioni ausiliarie della regione cervicale. La forza del collo,
però, non può prestarsi superiore a quanto occorre per controbilanciare
la testa, rendendola apparentemente leggera anche se non lo fosse. Troppa
forza cervicale, infatti, manifesta un collo dalla circonferenza eccessiva
che, oltre a far apparire piccola una testa dalle giuste dimensioni, diventa
dinamicamente impacciato. Danni tipici e funzionali del genere sono evitati
dal collo lungo quanto la testa, che lo garantisce dalla sezione non eccedente
la proporzione fra la circonferenza e il diametro longitudinale. La percentuale
di forza del collo persa dalle anzidette proporzioni, comunque, è
recuperata dalla robustezza aggiunta dall'armoniosa arcuatura, che tanto
dona pure alla tipicità. Ecco che l'adeguata toelettatura, intenta
ad esaltarlo, deve rendere il collo compartecipe alla fusione con il tronco,
tanto quanto non si sproporziona con la testa. Il pelo sul collo, pertanto,
va sottoposto ad un processo di toelettatura, eseguita in modo che l'incollatura
fuoriesca dalle spalle evidenziando la lunghezza e l'arcuatura, ma senza
sminuirlo nell'aspetto di forza.
Tronco
Tutte le caratteristiche significative vanno messe in risalto, per assecondarne
la particolareggiata anatomia. Il particolare del tronco più significativo,
anche se non quello più evidente, è la linea superiore situata
in ascendenza. Si tratta dell'elemento della costruzione determinante
l'andatura caratteristica del Bobtail (ambio). Segue, ad importanza, l'asimmetria
tra l'anteriore e il posteriore (altra condizione aggiunta, compartecipante
alla dinamica tipica della razza). Non da ultimo il diametro longitudinale
corto, che compatta il tronco. Il resto è coadiuvante. Risaltare
la linea superiore del tronco significa ampliare enormemente sovrastante
il posteriore, a notevole discapito dell'anteriore, con un dislivello
talmente evidente che, solo in parte, è attutito dal mantello toelettato
in modo da rivolgerlo verso l'avanti. Già l'ascendenza anatomica,
comunque, consta di una differenza piuttosto percettibile tra il garrese
e il punto più alto del tratto lombo-sacrale. L'ambio, nel Bobtail,
appunto, parte dal presupposto che la linea superiore siffatta cambia
le condizioni della convergenza gravitazionale verso il baricentro corporeo.
Scaricandosi nel punto prestabilito a trattenere costante l'equilibrio,
le linee gravitazionali insorgenti dal posteriore, per via che è
più alto del garrese, ci arrivano con maggiore celerità
e gravosità, causando un accumulo di forza dinamica, discendente
dal retro, che mette la costruzione corporea in bilico. Ciò scombussola
l'architettura anatomica, che reagisce dinamicamente con altrettanta anomala
ma tipica prosecuzione. L'asimmetrica differenza, sempre a favore del
posteriore imposto sull'anteriore ben più ridotto, fa sì
che l'equilibrio, già reso instabile dalla discesa gravitazionale
retrostante in senso verticale, aumenti pure in direzione trasversale.
Questo è dovuto alla difficoltà che il posteriore trova
nell'adeguarsi all'anteriore, per cui, in locomozione, accentua gli spostamenti
laterali allo scopo di stabilizzare il baricentro corporeo, altrimenti
sottoposto ad un ulteriore oscillazione intersecante quella verticale
già vertiginosamente sensibile. I principi dell'ambio eseguito
dal Bobtail, pertanto, si rifanno agli anzidetti requisiti, che sono le
cause principali di un'andatura rivelante la corretta costruzione del
Bobtail. Il tronco corto, oltre a rendere l'immagine compatta, che tanto
dona alla tipicità, fornisce un supporto logistico agli anzidetti
requisiti determinanti l'ambio, giacché, con meno spazio longitudinale,
la discesa gravitazionale dal retro giunge prima al baricentro corporeo
e il posteriore si sposta da un lato all'altro con un raggio oscillante
proporzionatamente più trasversale. L'ambio, che ottiene la correlata
ulteriore camminata da orso, appunto non solo per l'andatura di per sé,
ma pure per il posteriore oscillante lateralmente, si giova del tronco
corto.
Arti
L'immagine degli arti completata dal pelo dona al Bobtail l'elemento di
tipicità meno indifferente, per via che la figura generale è
adeguata tra le estremità ed il resto del corpo. Il pelo disposto
uniforme attorno agli arti, in effetti, offre volume pure a questi segmenti,
ovviamente tra i più ridotti di diametro, affinché corrispondano
alle proporzioni generali. Il treno posteriore, dotato di pelo più
abbondante che altrove, proprio dal mantello ottiene le peculiarità
che lo distinguono entro una figura somatica ben evidente dappertutto.
Soltanto il mantello maggiormente profuso rispetto ad altre parti corporee,
infatti, può mettere in risalto il posteriore, tra una totale copertura
di pelo comunque evidenziante l'intera figura. Se il treno posteriore
si presenta particolarmente caratteristico, grazie all'aspetto conclusivo
confezionato dal pelo, ma anche perché ben sottolineato dal disegno
delle angolature, ecco che gli arti anteriori, al confronto, per quanto
l'asimmetria a favore delle regioni retrostanti su quelle antistanti pur
sempre debba notarsi, ne sarebbero svantaggiati, qualora fossero privi
di altrettanto pelo uniforme attorno ad un'ossatura dei segmenti distali
ben consistente. L'ottimo spessore dell'ossatura degli arti anteriori,
coperta uniformemente dal pelo, difatti, ne trae giovamento, presentando
il segmento libero figurato a colonna perfettamente rotonda. La particolarità
dell'effetto a colonna nel tratto al di sotto del gomito, grazie all'uniformità
del pelo che, automaticamente, mantiene arrotondato un volume esterno
di notevole circonferenza, avvicina il confine tra i due arti anteriori.
L'aspetto del tratto distale degli arti toracici, pertanto, si presenta
pieno nella compattezza esternata dall'assieme del blocco sotto al petto.
Gli arti terminanti nei piedi piccoli e rotondi, oltre che fornire ulteriore
robustezza all'intera estremità proprio nel punto anatomico di
presa sul terreno, utile a non risentire negativamente dei contatti più
aspri, ripercuotibili lungo tutti i segmenti superiori (con grave danno
funzionale), consentono al pelo uniforme, grazie alla corrispondente circonferenza
delle dita con la sezione dell'avambraccio, di presentarsi nella medesima
quantità fino al suolo, favorendo l'immagine compatta persino laddove
c'è meno substrato scheletrico, per cui aumenta l'effetto di questi
sulla tipicità complessiva.
Coda
L'assenza della coda è diventata un elemento caratterizzante l'immagine
tipica del Bobtail, mediante una figura somatica che rende il posteriore
ben importante nel presentarsi evidenziato, poiché si dimostra
voluminoso anche senza l'intervento di un'appendice. L'obbligata formulazione
dello standard vigente, contemplante anche la possibilità della
coda non amputata, non può prescindere dal fatto che l'appendice
integra sia posizionata in modo non visibile da fermo e nemmeno tanto
in movimento. Ecco perché non deve arrotolarsi od essere portata
troppo alta. Inevitabile, ovviamente, che la coda integra sia rialzata
durante l'azione locomotoria, perciò, onde evitarne l'immagine
fine, serve che il pelo sia abbondante anche lungo l'intero tratto coccigeo.
La tipicità generale, tuttavia, non va sacrificata, ma neppure
posposta, all'appendice caudale completamente presente.
Mantello
La disponibilità equa tra pelo esterno e sottopelo si confà
della densità dell'assieme per ottenerne l'abbondanza. Quando il
mantello è denso sicuramente abbonda di pelo esterno e di sottopelo.
Pelo
Lungo, grosso ed ispido ecco che il pelo esterno del Bobtail è
talmente duro da diventare difficile raggiungere il sottopelo. La lunghezza
è già di per sé capace di respingere gli agenti penetranti
a cominciare da molto lontano dalla pelle. Grosso, poi, non si presta
facile a cedere all'attacco dell'acqua e di altri materiali atmosferici,
perché ha lo spessore per assorbire di più la pioggia e
per raccogliere più polvere, sabbia o quant'altro è possibile.
Non dritto, come pure non arricciato, bensì ispido, al punto che
forma una lieve deviazione dal proprio asse, consente di far scivolare
via meglio gli agenti atmosferici. Il pelo di copertura esterno, pertanto,
è il primo strato predisposto a dimostrarsi impermeabile ed impenetrabile,
se presenta tutte le anzidette caratteristiche. Lo si rileva sentendolo
scricchiolare tra le dita, per cui non ci si può esimere dal toccarlo
a mano nuda. A parte il pelo esterno quale prima gabbia protettiva della
pelle, il mantello funziona completamente se altrettanto equipaggiato
dal sottopelo. Occorre, conseguentemente, che lo strato sottostante sia
tale da porre l'ultimo freno impenetrabile. Serve, pertanto, una massa
assai fitta e spessa, in modo che la pelle disponga di uno strato ben
alto di sottopelo. Superata, d'altronde, la ruvidezza e le altre annesse
caratteristiche del pelo superiore, ecco che il pelo inferiore lanoso
non solo regola la temperatura corporea, stante il diretto contatto con
la pelle, ma offre appunto pure un'ulteriore sistema di trattenuta degli
agenti attaccanti. Il sottopelo lanuginoso, indubbiamente, inzuppa l'acqua
ed ostacola la penetrazione del materiale ambientale, imbrigliandolo nella
sua maglia acchiappante, fino a rallentarne, se non a fermarne, la direzione
verso la pelle. La combinazione tra pelo esterno e sottopelo soddisfa
la funzione protettiva per il grado di rusticità connesso ad una
siffatta sistemazione. Il mantello si presenta di qualità se mantiene
più alta la dose rustica dei componenti. La perdita della rusticità,
purtroppo, è il sintomo più evidente della toelettatura,
al punto che, se esagerata, le altre caratteristiche, comprese quelle
anatomiche, subiscono un effetto controproducente, poiché influenza
negativamente la tipicità complessiva, proprio per l'immagine deteriorata
in prima causa dal mantello, vistone l'intervento fisionomico. Ragion
per cui il procedimento della toelettatura non può intervenire
sui pregi di qualità, tessitura e profusione, che restano i fattori
rustici predominanti tra quelli in grado di conferire la tipicità,
oltre alla funzionalità. I tre fattori summenzionati del resto
lo standard li antepone alla semplice lunghezza. Questo impone la differenza
tra il mantello abbondante e il pelo lungo. Presente in abbondanza prosegue
la funzione perché dotato dei fattori rustici, altrimenti persi
dalla lunghezza eccessiva, che possiede altra tessitura. L'intervento
della toelettatura, pertanto, agisce solo sulle parti dove il mantello
abbonda più che altrove. L'abbondanza, perciò, va risaltata
sulla testa, sugli arti anteriori e sul terzo del totale corporeo partendo
dal posteriore. Qui il pelo abbondante accentua il substrato anatomico,
proprio dove conferisce la tipicità più evidente.
Colore
Non è tanto il grigio, il brizzolato o il blu, ampiamente predominante
nella superficie corporea del Bobtail in misura estensiva del doppio o
ancor di più, a determinare l'effetto del mantello, piuttosto è
il disegno conferito dalla combinazione di uno degli anzidetti colori
con l'inevitabile presenza del bianco. Ciò che conta, infatti,
è quanto incide la colorazione disposta in uno dei molteplici disegni
combinati col bianco. Lo standard pone delle limitazioni che, per come
concepite, sembrano (ma non lo sono) assunte soltanto a scopo estetico,
poiché migliorano l'immagine. Le parti bianche al massimo si circoscrivono
al terzo corporeo anteriore (fino al garrese, comprendendo la testa e
gli arti toracici) ed al tratto distale degli arti posteriori (fino al
garretto). L'importanza del bianco negli anzidetti punti, in primis, offre
risalto volumetrico, per cui, soprattutto nella testa e negli arti anteriori,
si rivela un valore aggiunto. Il bianco in tutto il terzo antistante,
poi, accentua la differenza con il resto della parte colorata retrostante,
in modo da evidenziare le fattezze della tipica costruzione del Bobtail.
La presenza di cotanto bianco, cioè del massimo consentito dallo
standard, tuttavia, in contraddizione alla differenza cromatica vistosamente
emergente per l'effetto volumetrico cagionato all'anteriore, offre il
senso di maggior equilibratura strutturale, altrimenti fin troppo avvantaggiata
a favore del posteriore, già alquanto evidente per la fattezza,
oltremodo ricoperta dal colore grigio, brizzolato o blu, ulteriormente
attirante l'attenzione sul retro. Il bianco dal garretto in giù,
invece, rimarca ulteriormente il disegno dell'angolatura degli arti pelvici,
per cui ne guadagna la tipicità della figura totale persino nell'ultimo
tratto (piedi posteriori). La possibilità che le parti destinate
al bianco siano invase dal rimanente colore, pur diminuendone l'effetto
volumetrico, trae giovamento dal presentare un aspetto più attraente,
per cui, solo in questo caso, aumenta il fattore estetico. Il bianco sulla
testa, comunque, non manca mai del tutto, al punto che l'invasione delle
macchie colorate fa assumere una maschera dalle parecchie varianti. A
seconda della macchiatura, se più o meno estesa, però, cambia
il grado dell'intensità espressiva. L'effetto volumetrico ridotto,
pertanto, è sottoposto al compromesso, altrettanto aggiuntivo di
valore, dell'espressione intensificata, al punto che, diminuito un pregio
ne aumenta un'altro. Resta sottinteso, tuttavia, che il tartufo, particolarmente
evidenziato dalla sua grandezza e dal proprio pigmento nero, offre un
notevole contributo all'espressione tipica se contornato dal bianco, poiché
risalta molto di più rispetto ad avere attorno un'area non indenne
dal resto del colore. Quale sia la migliore combinazione delle macchiature
non trova alcuna conferma a favore dell'una, piuttosto di tutte le altre.
Se presta maggiore tipicità un mantello con la testa completamente
bianca, perciò dall'effetto più voluminoso, oppure quasi
tutto invaso dal colore, che aumenta l'aspetto attraente, non è
dato decifrarlo, tranne nei gusti personali per nulla zootecnici se non
tecnicamente motivati. Diventa inteso, dunque, quanto qualsiasi colore
del mantello corrispondente allo standard ufficiale è parimenti
valutato, a meno che gli effetti del bianco o delle macchiature, prima
elencati, diano quel valore aggiunto applicabile ad un Bobtail migliorato
anche sotto questo aspetto.
Movimento
Il Bobtail, per la sua particolareggiata costruzione, procede con un caratteristico
atteggiamento pressoché in ciascuna andatura e non soltanto in
quella che lo contraddistingue (ambio). Tutte le altre andature, infatti,
sono parimenti caratteristicamente influenzate dalla contraddistinta tipologia
anatomica generante l'ambio. Non può essere altrimenti, visto che
una siffatta struttura comporta un approccio locomotorio differenziato
dalla maggioranza delle razze canine. Mentre le varie razze, tra le due
andature principali del circuito animale, cioè non solo dei cani
ma di tutti i mammiferi quadrupedi, si suddividono in quelle costruite
sulla più efficiente predisposizione al galoppo, piuttosto del
trotto, oppure viceversa, il Bobtail poggia su un'architettura anatomica
determinante quell'andatura in ambio, appunto, che lo caratterizza ancora
molto di più degli altri due modi di deambulare, però condizionante
il moto di per sé stesso. Recepito che l'assieme delle caratteristiche
strategiche del Bobtail partono dal presupposto di conformarlo "anomalo",
nel vasto panorama delle razze canine, ecco che non può prescindere
dal favorire facilmente l'ambio secondo i propri pregi tipologici, viceversa,
a loro volta, difettosi qualora fossero presenti nelle costruzioni predisposte
al galoppo o al trotto. Quanto il Bobtail è predisposto all'ambio
già da fermo lo rivela il processo anatomico cui è dipendente,
poiché due delle sue più contraddistinte peculiarità
tipiche già compartecipano ad indirizzarlo su un movimento del
genere. L'assieme tra la linea superiore ascendente dal garrese alla groppa
e l'asimmetria volumetrica del posteriore molto più grande dell'anteriore,
magari con qualche altro differenziante particolare, seppur non altrettanto
vistoso, induce il Bobtail a procedere in ambio, quando sollecitato dalle
circostanze del caso. Procedendo ad andatura lenta, il Bobtail, appunto
diversamente dalla maggioranza delle razze canine, invece del passo regolare,
con maggior facilità acquista l'ambio. Lo esegue secondo una cadenza
efficiente, come ciò non avviene in quei soggetti delle razze canine
prive della costruzione tipica del Bobtail o similare, altresì
se costretti a muoversi in ambio a causa di certi difetti che scombussolano
il loro equilibrio strutturale, affaticando notevolmente l'animale (poiché
è sottoposto ad uno sforzo inconsueto, che il fisico difettoso
non può reggere) e, perfino, facendolo cadere durante i cambiamenti
improvvisi della direzione di marcia, se codesta andatura si manifesta
addirittura a velocità sostenuta. Quest'ultimo caso rivela inconfondibile
la costruzione difettosa, giacché mai il Bobtail ambia velocizzando
l'andatura. La cadenza praticata dal Bobtail durante l'ambio è
quella sfasata (denominata "ambling", poiché è
l'ambio vero e proprio), dove i due arti dello stesso lato non si muovono
all'unisono. Si tratta del particolare che caratterizza ancora di più
l'ambio del Bobtail, rispetto alla cadenza unisona (denominata "pacing",
di cui non esiste altro termine traducibile, se non sempre quello stesso
di "ambio", rappresentandone una versione). La similitudine
con l'orso è palese, in quanto è fondata sulla linea superiore
del tronco ascendente e sul posteriore più grande dell'anteriore.
Succede, quindi, che il procedere del Bobtail alle andature lente manifesta
la fase dinoccolata dell'orso, con il tipico rollio del bacino a destra
e a sinistra. Le caratteristiche strategiche per l'ambio, tuttavia, non
impediscono un movimento al trotto efficiente, grazie al potente posteriore
e al solido anteriore, che consentono una notevole copertura di terreno.
Trattandosi dell'andatura odiernamente adottata, più dell'ambio,
per valutare il Bobtail in esposizione, non si può prescindere
dalla garanzia che un siffatto treno posteriore dia una spinta parecchio
energica e che l'anteriore sia talmente solido da ricevere la gravosa
potenza scaricata in avanti mediante la disposizione delle due caratteristiche
strutturali concernenti l'ambio, atte a far sì che le forze gravitazionali
convergano drasticamente verso gli arti toracici. Il Bobtail al trotto,
dunque, si esprime abbastanza intensamente nel gioco meccanico di un posteriore
piuttosto potente, per via della lunghezza dei raggi ossei, delle angolature
ben marcate e della muscolatura fortemente sviluppata, nonché di
un anteriore che raccoglie adeguatamente la spinta, fungendo da colonna
in grado di sopportare uno sbalzo gravitazionale assai pesante.
Comportamento
L'interesse è conservare le doti di temperamento estrapolate dall'antico
cane da pastore inglese, che si prestano pure indispensabili al Bobtail
contemporaneo. Il trasferimento del carattere dall'ambiente della pastorizia
alle situazioni domestiche ed urbane anzitutto prevede l'assenza di un'aggressività
immotivata. Con ciò il sistema nervoso è già ben
equilibrato. Non si deve disperare, al contrario, se compare un accenno
di timidezza, giacché fuori dall'ambiente abitudinario anche il
Bobtail può manifestare una certa titubanza nei confronti dell'estraneo,
specie se gli si avvicina con decisione o con maniere maldestre. Non è
un cane specializzato nella difesa personale, per cui non si richiede
che sia interessato a proteggere il padrone pure lontano da casa. Ben
diverso, ovviamente, entro il proprio territorio, dove il Bobtail si fa
sentire e, soprattutto, vedere. La leggendaria sostituzione del gregge
con la famiglia umana che lo ha adottato fa sentire al Bobtail quanto
il compito sia immutato. L'importante, però, in fin dei conti,
è che al guinzaglio, specie in movimento, riesca ad esprimere tutte
le proprie potenzialità caratteriali, dimostrate attraverso un'andatura
vivace.
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