RADUNO UFFICIALE SEZIONE FILA BRASILEIRO DEL CIM (CLUB ITALIANO DEL MOLOSSO) AD ARGELATO SETTEMBRE 2007

 

Commento tecnico del giudice

Il terzo raduno monografico della Sezione Fila Brasileiro del Club Italiano del Molosso, a tre anni di distanza dal precedente, si è tenuto il 23 settembre ad Argelato (Bologna), giudicato dal sottoscritto. Quindici i soggetti iscritti (qualche assente). Migliore di razza una giovane femmina tigrata di soli dodici mesi (Mialady), quindi con potenzialità per migliorare ancora, specialmente solidificando la dorsale per regolarizzare al meglio il caratteristico profilo superiore del tronco. Questa femmina, comunque, si contraddistingue per le caratteristiche denotanti delle spiccate note di tipo. A ciò si aggiunge il colore con tigrature correttamente irregolari e ben distinte, altro particolare che la valorizza ulteriormente rispetto al diffuso mantello con striature nere più o meno ammassate. Seppur lo standard ufficiale Fci, purtroppo, non distingue le particolarità del colore tigrato, la storia della razza insegna che, invece, secondo gli studi tradizionali di Paulo Santos Cruz (Padre della razza), la disposizione delle tigrature indica significative valutazioni. Non è, pertanto, una mera questione di gusto personale, bensì esiste un mantello tigrato che, unitamente all’insieme delle altre caratteristiche tipiche, segnala l’inconfondibile discendenza dagli antichi ceppi rustici di Fila puri delle fazende brasiliane, giunti ad oggi pressoché incontaminati dagli effetti negativi delle linee di sangue meticciate nella madrepatria in un passato non ancora lontano.
Lo stesso vale, sempre riguardo al colore tigrato, anche per il miglior maschio (Derrik) proveniente dalla classe libera e vincitore nello spareggio col campione (Eolo dell’Umbriaco), pur se questo risulta più appariscente. Il miglior maschio, peraltro debuttante in esposizione a due anni d’età, unisce alle buone note della testa pure una costruzione ben strutturata. Il campione (presentato all’avanzata età di otto anni), a parte il profilo superiore del tronco poco delineato nella duplice direzione quale imprescindibile caratteristica della razza, non mi ha convinto del tutto dal punto di vista squisitamente tecnico, oltre che per la tigratura non altrettanto ben definita quanto la migliore di razza ed il miglior maschio, soprattutto per il muso che tende ad essere più profondo che lungo, dato dal labbro superiore un pò abbondante. La tipicità del Fila, invece, si giova proprio del muso disegnato più lungo che profondo. Altri soggetti meritevoli di segnalazione sono le due femmine juniores (Ceres e Chiaro di Luna), il cui futuro si preannuncia interessante.
Per il resto, credo abbia destato perlomeno curiosità il fatto che proprio io, studioso della meritoria opera di Paulo Santos Cruz e seguace delle sue precise indicazioni tecniche impartite mediante il Cafib, non ho assegnato la massima qualifica ad un soggetto importato da un allevamento spagnolo (Orixa 2° de El Siledin), seconda patria della razza, addirittura con padre brasiliano proveniente da linee genetiche “Cafib”, nel caso specifico dall’allevamento “dos Tabayara” di Giancotti (allievo di Santos Cruz). Ciò si spiega semplicemente perché non tutti i soggetti tipici si presentano eccellenti e la tipicità si ritrova anche nel molto buono. Vi sono, appunto, soggetti tipici di qualifica inferiore perché, restando nel caso del soggetto in menzione, mancano adeguate proporzioni tra testa e tronco, particolare sancito soprattutto dall’ossatura poco sviluppata. Non bisogna tralasciare, infatti, che il Fila Brasileiro deve sempre presentarsi potente, in quanto l’agilità non è conferita dalla leggerezza dell’insieme, bensì dalla caratteristica costruzione composta da una linea superiore del tronco discendente solo nel tratto del garrese e da questo punto subito risalente verso la groppa. L’incontro tra le due linee forma quella “cerniera” in grado di rendere agile un cane di grande mole come il Fila, unitamente alle particolari articolazioni lasse degli arti. I mitici Fila puri conclamati da Paulo Santos Cruz e dal Cafib ne sono l’esempio concreto di riferimento, autentici rappresentanti della razza dotati di una struttura scheletrica ben sviluppata, alla quale ogni regione corporea si armonizza entro una costruzione compatta nonostante la configurazione rettangolare. Non per nulla la testa deve essere massiccia, per cui, dovendo armonizzarsi al tronco, gli arti non possono prescindere dal presentarsi con ossatura di spessore.
La conclusione del mio intervento, infine, non può che farmi constatare un buon livello medio, con teste ben caratterizzate nei particolari e costruzioni dotate di buoni diametri trasversali. Il punto di forza del Fila di allevamento italiano, comunque, è il movimento. Tutti i soggetti giudicati fanno bene il caratteristico ambio ed al trotto manifestano al meglio i crismi funzionali. L’opera di miglioramento ora dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle orecchie che si presentano poco lunghe, nonché sull’ossatura più sviluppata e sui profili del tronco. Il profilo superiore, infatti, non in tutti i soggetti è ben delineato (come nella migliore di razza), mentre nella linea inferiore bisogna che lo sterno sia parallelo al suolo in tutta la sua lunghezza.
Ringrazio la Presidente di Sezione Silvana Bianchetti e tutti i suoi collaboratori per l’organizzazione e l’amichevole ospitalità, che hanno consentito la buona riuscita del raduno in un’atmosfera cortese e rilassante, come accade ormai rarissime volte nella cinofilia odierna. Colgo l’occasione anche per ringraziare l’amico e Maestro Alfredo Alessandri, con il quale ho svolto l’assistentato al primo indimenticabile raduno del Fila Brasileiro a Perugia nel 2003, che resterà nella storia della razza. Un pensiero, inoltre, all’amico Pierangelo Furia, Maestro di molossi per tutti noi che cerchiamo di ricalcarne le orme, dal quale ho appreso preziose nozioni.         

Antonio Crepaldi

 

 

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